Riabilitazione della sindrome del dolore subacromiale, correggendo la discinesia scapolare, in atleti amatoriali. 

INTRODUZIONE
La sindrome del dolore subacromiale è definita come qualsiasi problema non traumatico della spalla, di solito unilaterale, con dolore localizzato attorno all’acromion, che di solito peggiora durante o dopo il sollevamento del braccio. I seguenti termini sono comunemente legati alla sindrome del dolore subacromiale: borsite, tendinosi calcifica, tendinopatia del sovraspinoso, lacerazione parziale della cuffia dei rotatori, tendinite del capo lungo del bicipite brachiale e degenerazione dei tendini della cuffia dei rotatori. L’interesse per l’eziologia, la diagnosi e il trattamento di soggetti con dolore alla spalla continua ad aumentare. Anche se esistono informazioni disponibili per la sindrome del dolore subacromiale, è limitata la ricerca sui programmi di riabilitazione adeguati per quei soggetti che presentano prove cliniche di discinesia scapolare. Visto che i medici diventano più consapevoli dell’influenza scapolare sulle lesioni delle spalle, sono necessarie informazioni più dettagliate per aiutare a guidare la riabilitazione concentrandosi sul controllo scapolare.

La scapola è fortemente dipendente dall’attivazione muscolare per la mobilità e la stabilità grazie alla stabilità minima offerta dalle strutture ossee. La combinazione delle azioni delle fibre superiori e inferiori del muscolo trapezio con il muscolo dentato anteriore (SA) e con i muscoli romboidi offre una stabilità scapolare dinamica. La funzione principale del trapezio superiore (UT) è quella di generare la retrazione clavicolare necessaria per evitare un’eccessiva rotazione interna della scapola. La funzione principale del trapezio inferiore (LT) è quella di ruotare la scapola verso l’alto durante l’elevazione del braccio. I romboidi aiutano i fasci inferiori del muscolo trapezio a stabilizzare la scapola, controllando lo scorrimento mediale e laterale. Il dentato anteriore è il muscolo che contribuisce a tutte le componenti fisiologiche del movimento tridimensionale della scapola (rotazione verso l’alto, inclinazione posteriore e rotazione esterna) durante l’elevazione del braccio, stabilizzando il bordo mediale e l’angolo inferiore, ed è anche responsabile della protrazione della scapola.

La discinesia scapolare si riferisce al movimento disfunzionale della scapola e descrive la perdita di controllo della meccanica scapolare ottimale. La discinesia scapolare non è considerata una lesione e non è sempre direttamente correlata ad un danno specifico. Tuttavia, questo cambiamento riduce la funzionalità della spalla, stressando l’articolazione acromionclavicolare, lo spazio subacromiale, l’attivazione muscolare, il posizionamento e il movimento del braccio, che possono portare all’insorgenza dei sintomi. Il risultato finale della maggior parte di questi fattori eziologici è una scapola protratta, che può portare ad una diminuzione dello spazio subacromiale, ad una diminuzione della forza dei muscoli della cuffia dei rotatori, causata della scarsa stabilizzazione della scapola, e all’aumento dello stress a livello del legamento gleno-omerale anteriore.

La discinesia può essere valutata e classificata come “sì” o “no” con un accuratezza del 79%, moderata affidabilità e buona sensibilità (76%).  La discinesia scapolare può essere classificata anche come:
– Tipo 1 o inferiorità dell’angolo, associata ad un’inclinazione anteriore eccessiva;
– Tipo 2 o prominenza del bordo mediale, associata ad una rotazione interna eccessiva scapolare;
– Tipo 3 o superiorità del bordo superiore, associata ad scapola elevata.

Questo metodo ha una moderata affidabilità e un’accuratezza del 61% ma bassa sensibilità (tra il 10 e il 54%). Pertanto, la classificazione sì / no è spesso il metodo più comunemente raccomandato per l’utilizzo nel campo della ricerca.

Alcuni autori descrivono la discinesia scapolare come causa-effetto di diversi disturbi del complesso della spalla, quindi la riabilitazione scapolare deve essere inclusa nel trattamento di tutti quei soggetti con questi disturbi. Attualmente, il trattamento descritto in letteratura si basa su alcuni esercizi che aumentano l’elasticità del tessuto molle e il range di movimento (ROM). Altri autori hanno suggerito alcuni esercizi di rinforzo per i muscoli periscapolari senza sovraccaricare i muscoli iperattivi.

Tuttavia, vi è la necessità di ulteriori indagini e descrizioni di programmi di riabilitazione incentrati sulla correzione del movimento scapolare durante il trattamento dei pazienti con sindrome del dolore subacromiale. Il programma descritto in questa serie di casi ha posto l’attenzione sul controllo scapolare e sulle prestazioni muscolari. Pertanto, lo scopo di questa serie di casi è stato quello di descrivere un programma di riabilitazione che sottolinei la correzione scapolare della discinesia per le persone con evidenze cliniche della sindrome del dolore subacromiale.

Descrizioni dei casi
Gli atleti dilettanti di questa serie di casi hanno mostrato prove cliniche della sindrome del dolore subacromiale e della discinesia scapolare e ciascuno di essi è stato sottoposto ad un protocollo di trattamento composto da tre fasi. La fase 1 ha evidenziato il sollievo del dolore, il controllo scapolare e il recupero della gamma normale di movimento (ROM), la fase 2 focalizzata sul rinforzo muscolare e la fase 3 ha posto l’attenzione sull’allenamento motorio-sensoriale.

Risultati
Tutti i soggetti hanno dimostrato un dolore diminuito, le prestazioni sportive migliorate e maggiore funzionalità, maggiore resistenza muscolare durante l’elevazione e la rotazione esterna delle spalle e maggiore ROM anche nel movimento di rotazione interna. È stato inoltre notato un miglioramento dell’attivazione del dentato anterire (SA).

Discussione
I risultati di questa serie di casi suggeriscono che i soggetti con test clinici positivi per la sindrome del dolore subacromiale possono mostrare un miglioramento significativo con un intervento mirato alla correzione della discinesia scapolare. L’attivazione del muscolo dentato anteriore può svolgere un ruolo importante in questo processo, dato che tutti i soggetti hanno presentato un migliore reclutamento dopo la riabilitazione, misurato dall’elettromiografia.

Da Fisio News